Il No tav c'é... e inonda Susa: "E' questa la vera marcia dei 40.000"
no tav
Il movimento NoTav ha dato oggi la risposta che tutti aspettavano. In 40.000 sono scesi in piazza per dar l'unica risposta possibile al 'partito trasversale degli affari'. Donne uomini
accomunati dalla consapevolezza del peso che questa battaglia è venuta ad assumere. Una risposta inequivocabile alle provocazioni e ai mercimoni dell lobby del SìTav.
Signori, se volete, domani, dopo i vostri di numeri, facciamo i conti! A sarà düra...
h 17 - Il corteo giunge al termine ma tant* sono ancora in marcia alle porte di Susa. Iniziano gli interventi dal palco. Alberto Perino: "Questa non è più solo la resitenza della Val di Susa. E' la resistenza di tutti. Ci sono amici da tutta Italia, dalla Franciae di Paesi Baschi... Ma dobbiamo ricordarci che non è finita qui! Dobbiamo stare pronti per i prossimi giorni perché la battaglia è lunga... Questa giornata la dedichiamo agli amici che ci hanno lasciato: Mario, Alessio, Raul... A sarà düra!"
h 16.30 - Lo spettacolo di questo corteo non ha paragoni! Una fiumana senza fine di giovani e vecchi accomunati da una battaglia che ancora una volta travalica il territorio valsusino. Cosa scriveranno domani i vari Numa, Griseri e Tropeano? Cosa dirà Chiamparino ai 1000 scarsi e ben pagati che faranno domani la loro squallida marchetta? NoTav 1 - SìTav 0.
h 16 - La testa del corteo entra in Susa. Il camper notav/infoaut è ancora bloccato sul ponte dell'autostrada. C'è ancora gente che parte dal presidio. Numerosi i camion che diffondono musica e interventi.
h 15.30 - Dal ponte che attrvaersa l'autostrada il colpo d'occhio è fenomenale: le montagne innevate e una fiumana di gente con decine di migliaia di bandiere notav. Dicono le nostre interviste "se fanno un cantiere glielo ributteremo in aria!". ""per fare il Tav devono ritirare le truppe dall'Afghanistan e mandarle quà!". "Noi siamo sempre stati e resteremo Notav!".
h 15 - A un'ora dalla partenza c'è ancora gente stipata al presidio che non riesce a partire. C'è chi dice " E' questa la vera marcia dei 40.000!" (Qui a lato stiamo caricando un po' di interviste raccolte nel corteo).
h 14.30 - Il corteo inizia a salire sulla statale S24 dal presidio. E' una marea umana a perdita d'occhio. Impossibile dare un quadro reale dei presenti. Tutto il campo visivo è inondato dalla marea NoTav di cui non si vede la fine. C'è chi dice 15 chi 20.000. Il popolo Notav si riprende la visibilità e il protagonismo quotidianamente negatogli dai media.
h 14.15 - Dal camper Notav Alberto Perino dà una notizia poco simpatica: la Polizia sta effettuando blocchi nei pressi di Bussoleno, facendo filtrare le macchine col contagocce. A quanto pare hanno paura dei numeri che si stanno raccogliendo e che, nonostante tutto, continuano ad affluire copiosi.
h 14 - Sono già molte migliaia le persone radunatesi all'Autoporto di Susa per prendere parte a questa importante manifestazione contro l'alta Velocità. Una risposta di massa contro le provocazioni e i convegni embedded della lobby pro-Tav.
Signori, se volete, domani, dopo i vostri di numeri, facciamo i conti! A sarà düra...
h 17 - Il corteo giunge al termine ma tant* sono ancora in marcia alle porte di Susa. Iniziano gli interventi dal palco. Alberto Perino: "Questa non è più solo la resitenza della Val di Susa. E' la resistenza di tutti. Ci sono amici da tutta Italia, dalla Franciae di Paesi Baschi... Ma dobbiamo ricordarci che non è finita qui! Dobbiamo stare pronti per i prossimi giorni perché la battaglia è lunga... Questa giornata la dedichiamo agli amici che ci hanno lasciato: Mario, Alessio, Raul... A sarà düra!"
h 16.30 - Lo spettacolo di questo corteo non ha paragoni! Una fiumana senza fine di giovani e vecchi accomunati da una battaglia che ancora una volta travalica il territorio valsusino. Cosa scriveranno domani i vari Numa, Griseri e Tropeano? Cosa dirà Chiamparino ai 1000 scarsi e ben pagati che faranno domani la loro squallida marchetta? NoTav 1 - SìTav 0.
h 16 - La testa del corteo entra in Susa. Il camper notav/infoaut è ancora bloccato sul ponte dell'autostrada. C'è ancora gente che parte dal presidio. Numerosi i camion che diffondono musica e interventi.
h 15.30 - Dal ponte che attrvaersa l'autostrada il colpo d'occhio è fenomenale: le montagne innevate e una fiumana di gente con decine di migliaia di bandiere notav. Dicono le nostre interviste "se fanno un cantiere glielo ributteremo in aria!". ""per fare il Tav devono ritirare le truppe dall'Afghanistan e mandarle quà!". "Noi siamo sempre stati e resteremo Notav!".
h 15 - A un'ora dalla partenza c'è ancora gente stipata al presidio che non riesce a partire. C'è chi dice " E' questa la vera marcia dei 40.000!" (Qui a lato stiamo caricando un po' di interviste raccolte nel corteo).
h 14.30 - Il corteo inizia a salire sulla statale S24 dal presidio. E' una marea umana a perdita d'occhio. Impossibile dare un quadro reale dei presenti. Tutto il campo visivo è inondato dalla marea NoTav di cui non si vede la fine. C'è chi dice 15 chi 20.000. Il popolo Notav si riprende la visibilità e il protagonismo quotidianamente negatogli dai media.
h 14.15 - Dal camper Notav Alberto Perino dà una notizia poco simpatica: la Polizia sta effettuando blocchi nei pressi di Bussoleno, facendo filtrare le macchine col contagocce. A quanto pare hanno paura dei numeri che si stanno raccogliendo e che, nonostante tutto, continuano ad affluire copiosi.
h 14 - Sono già molte migliaia le persone radunatesi all'Autoporto di Susa per prendere parte a questa importante manifestazione contro l'alta Velocità. Una risposta di massa contro le provocazioni e i convegni embedded della lobby pro-Tav.
Tanta gente dalla Valle ma Anche da Torino e da fuori. Nutrite delegazioni da Brescia, Vicenza, Firenze. Ma anche molt* compagn* da Pisa, Friuli, Genova e da chissà quanti altre città.
Il NoTav riguarda tutt*.
La feature di presentazione: sabato 23 gen: manifestazione notav a Susa
Paesi Baschi: 15mila No Tav per dire no alla "Y" basca
conflitti globali
Nelle stesse ore in cui sfilava il lungo corteo che ha inondato le strade di Susa, anche nei Paesi Baschi 15mila persone hanno manifestato da Hendaia a Irun per dire "no" alla linea
ad alta velocità.
Ad aprire il corteo, oltre a una cinquantina di trattori che hanno accompagnato i manifestanti nel tragitto, uno striscione che riportava il lemma della manifestazione: "No Tav! Basta progetti distruttivi!. Convocata dal coordinamento basco No Tav - AHT Gelditu! - e dal Collettivo di Associazioni in Difesa dell'Ambiente (CADE) del Paese Basco francese, l'iniziativa è stata appoggiata da sindaci di diverse città dei Paesi Baschi che si oppongono al progetto, e da vari partiti come Aralar e Abertzaleen Batasuna.
Nei Paesi Baschi, il lavori per la costruzione della denominata "Y" basca sono iniziati in diversi punti del territorio. La manifestazione, oltre a chiedere l'immediata interruzione del progetto della linea ad alta velocità, ha reclamato il diritto dei cittadini e delle cittadine di decidere sul futuro del proprio territorio e dunque il diritto di veto da parte dei Comuni che si vedranno coinvolti nella costruzione della linea ad alta velocità.
Nella mattinata di oggi inoltre, una trentina di rappresentanti di collettivi No Tav, provenienti da diversi Paesi tra cui Italia, Francia, Spagna, si sono riuniti a Hendaia per esporre le diverse situazioni e esperienze di lotta, per poi concludere con la sottoscrizione di un documento comune.
In tale dichiarazione, oltre a ribadire i costi non solo economici che il macro progetto assumerà, viene richiesto ai governi degli Stati spagnolo, francese e italiano di fermare e paralizzare immediatamente il progetto della linea ad alta velocità e che si inizi un vero "dibattito pubblico e uniforme su scala europea" riguardante il modello di trasporto, di pianificazione del territorio e della società.
Inoltre, tutti i vari collettivi presenti optano, come soluzione alternativa più accettabile dal punto di vista medio ambientale e a livello economico, per il mantenimento e il miglioramento delle linee ferroviarie esistenti. Reclamano infine, "la restituzione in ultima istanza della capacità di decisione per la popolazione direttamente affettata".
Un segnale forte quindi quello di oggi, che dalla Val Susa ai Paesi Baschi, dimostra la determinazione di migliaia di cittadini e cittadine sempre più decisi a lottare per la propria terra contro la linea ad alta velocità.
Ad aprire il corteo, oltre a una cinquantina di trattori che hanno accompagnato i manifestanti nel tragitto, uno striscione che riportava il lemma della manifestazione: "No Tav! Basta progetti distruttivi!. Convocata dal coordinamento basco No Tav - AHT Gelditu! - e dal Collettivo di Associazioni in Difesa dell'Ambiente (CADE) del Paese Basco francese, l'iniziativa è stata appoggiata da sindaci di diverse città dei Paesi Baschi che si oppongono al progetto, e da vari partiti come Aralar e Abertzaleen Batasuna.
Nei Paesi Baschi, il lavori per la costruzione della denominata "Y" basca sono iniziati in diversi punti del territorio. La manifestazione, oltre a chiedere l'immediata interruzione del progetto della linea ad alta velocità, ha reclamato il diritto dei cittadini e delle cittadine di decidere sul futuro del proprio territorio e dunque il diritto di veto da parte dei Comuni che si vedranno coinvolti nella costruzione della linea ad alta velocità.
Nella mattinata di oggi inoltre, una trentina di rappresentanti di collettivi No Tav, provenienti da diversi Paesi tra cui Italia, Francia, Spagna, si sono riuniti a Hendaia per esporre le diverse situazioni e esperienze di lotta, per poi concludere con la sottoscrizione di un documento comune.
In tale dichiarazione, oltre a ribadire i costi non solo economici che il macro progetto assumerà, viene richiesto ai governi degli Stati spagnolo, francese e italiano di fermare e paralizzare immediatamente il progetto della linea ad alta velocità e che si inizi un vero "dibattito pubblico e uniforme su scala europea" riguardante il modello di trasporto, di pianificazione del territorio e della società.
Inoltre, tutti i vari collettivi presenti optano, come soluzione alternativa più accettabile dal punto di vista medio ambientale e a livello economico, per il mantenimento e il miglioramento delle linee ferroviarie esistenti. Reclamano infine, "la restituzione in ultima istanza della capacità di decisione per la popolazione direttamente affettata".
Un segnale forte quindi quello di oggi, che dalla Val Susa ai Paesi Baschi, dimostra la determinazione di migliaia di cittadini e cittadine sempre più decisi a lottare per la propria terra contro la linea ad alta velocità.
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