4 - SCHEMA DI ACCORDO EX ART. 24 DELLA L.R. 14 APRILE 2004, N. 7 E S.M.I. E DELL’ART. 11 DELLA L. 07 AGOSTO 1990, N. 241 E S.M.I. PER LO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA NEL POLO N. 12 DENOMI
IN SINTESI...SI SCAVA...!!
Gruppo ConsigliareLista Civica FRAZIONI e CASTELFRANCO
Testo del nostro intervento sull'accordo per la prima fase di scavo nel Polo 12 “California” di Piumazzo -
Consiglio Comunale 31 luglio 2013
Mentre il mondo intero grida l’allarme ambientale e si interroga su come riuscire a sfamare nel 2050 9 miliardi di abitanti (la FAO, prevedendo che la popolazione mondiale supererà i 9
miliardi di persone nel 2050, stima che il fabbisogno alimentare dovrà aumentare per quella data di circa il 60% e per fare ciò è prevedibile che si dovrà mettere a coltura nuova terra a scapito
di foreste e pascoli)
Mentre il mondo intero parla di sviluppo sostenibile, di ecosistemi ,di biodinamica e di biodiversità, di green economy, di protezione del territorio dai rischi
idrogeologici
Nonostante le prese di posizione pubbliche della politica, anche della parte politica PD, e ci riferiamo ad alcuni sindaci della bassa modenese e un assessore regionale (i sindaci
della bassa modenese e delle terre d’argine hanno bocciato la politica urbanistica del comune di Modena che vuole costruire sui terreni nelle cui vene scorre l’acqua prelevata per il consumo
umano, la stessa che scorre nel sottosuolo dei territori della bassa modenese. I sindaci PD della bassa modenese e numerosi comitati di cittadini denunciano che la costruzione di case su
tali terreni comporta il rischio di un loro inquinamento, rischio che - nonostante le carte e i dati che vengono presentati come rassicuranti - a loro avviso deve essere assolutamente
evitato. Sul tema è intervenuto, a sostegno, anche l'assessore regionale all'Ambiente Freda che ha dichiarato l'inopportunità e la poca lungimiranza di costruire in quell'area, dal momento che da
quelle falde dipende l'approvvigionamento di acqua pubblica per il futuro e si rischia di compromettere una risorsa fondamentale. Anche per tutte le cave site sul conoide del Panaro e tra queste
quelle del Polo 12 California di Piumazzo esistono lo stesso rischio e le stesse preoccupazioni di inquinamento, perchè tali cave insistono su aree ricche di falde e ricche di alimentazione delle
stesse. Sono delle prese di posizione, quelle che ho sopra ricordato, che finalmente dimostrano un atteggiamento precauzionale, di tutela in via preventiva e astratta, laddove esiste un centro di
pericolo, un rischio anche solo potenziale)
Nonostante ciò, l'amministrazione PD di Castelfranco continua a sostenere e a portare avanti un piano estrattivo sconsiderato, che devasterà per sempre uno dei terreni più fertili del
mondo, un territorio già considerato tale al tempo delle centuriazioni Romane . Terreni che hanno assicurato vita per millenni e che per la loro particolare conformazione sarebbero in grado
di assicurare cibo e reddito all’infinito.
Curioso che chi si trova a vivere in terreni sterili, aridi e brulli lotti contro questa natura per rendere quei terreni più fertili ed ospitali, mentre Voi invece con questo piano lavorate nella
direzione di rendere sterili centinaia di ettari di terreni oggi fertili e rigogliosi. Altro che rischio potenziale. Danno irrimediabile!
Dove sta il senso di tutto questo? Dove sta la logica in tutto questo. Dove sta “l'opportunità” delle cave di cui ha parlato il Sindaco (allora candidato) in campagna elettorale?
Aspetti tecnici: questa sera io non voglio soffermarmi sugli aspetti tecnici dell'accordo in discussione (profondità di scavo, piuttosto che sui controlli sui monitoraggi, sugli extra oneri), su
cui vi assicuro abbiamo di che discutere (e peraltro lo abbiamo fatto, sia in sede di commissione consiliare sia con gli uffici, utilizzando la disponibilità degli stessi nella mattinata di
martedì scorso, alla presenza dell'assessore Vigarani, del responsabile dell'ufficio ambiente e del consulente legale).
Il punto è che non esiste regola, non esiste controllo, non esiste monitoraggio, non esistono buone pratiche che possono evitare quello che per noi è il problema e il disastro più grande: la
irrimediabile e definitiva perdita di terreno non solo vergine, ma fertile e a elevata vocazione agricola. Se non una: fare una scelta di valore e di valori che dica basta a quella politica che
vuole il sacrificio, la distruzione di terreno fertile e agricolo per fare cave.
Quello di cui stasera noi vogliamo discutere e criticare non sono gli aspetti , gli elementi e i contenuti tecnici dell'accordo, ma la scelta politica che attraverso questo ennesimo atto di
pianificazione la maggioranza PD porta avanti: il sacrificio, la distruzione di terreno vergine, fertile e agricolo per fare cave. Peraltro fare cave per quale logica? Per quale
“opportunità”?Chi e cosa ristorerà il territorio e la collettività dalla definitiva perdita di terreno oggi vergine, fertile e agricolo?(se ne sono già distrutti e persi 42 con le vecchie cave;
complessivamente, le nuove cave del PAE 2009, quelle cioè in ampliamento che utilizzeranno terreno oggi vergine, distruggeranno una superficie di terreno fertile e agricolo pari a circa 90
ettari)
L’accordo di fase 1 che il Consiglio Comunale discute stasera prevede lo scavo di oltre un milione di metri cubi di ghiaia nonostante siano notevolmente cambiate nel corso di questi ultimi anni
(dall’approvazione del piano estrattivo ad oggi) anche le condizioni e le congiunture economiche. Per noi, già i fabbisogni di ghiaia che furono stimati nel 2008-2009 erano
sovradimensionati rispetto alle reali esigenze. Ma di certo quelle previsioni fatti dagli enti che si sono occupati della pianificazione delle attività estrattive, in primis la provincia, e che
secondo tali enti giustificavano il piano estrattivo oggi non ci sono più. Peccato che in realtà non sia mai stata fatta, ad oggi, dagli organi ed enti competenti, nonostante le numerose
sollecitazioni in tal senso, alcuna rivalutazione e rivisitazione specifica e dettagliata dei fabbisogni che erano stati pianificati nel 2009, anche alla luce delle mutate condizioni economiche
(la crisi profonda, che ha colpito anche un settore, quello edilizio, destinatario della ghiaia – con la ghiaia si fa il calcestruzzo…) e climatico-ambientali (tra cui piogge improvvise e
intense, con repentino innalzamento delle falde). Questo però significherebbe presumibilmente dover rivedere il piano e i quantitativi di ghiaia estraibile nel senso di un loro ridimensionamento
e riduzione. Ma non c’è alcuna volontà politica in questa direzione!
Oltre un milione di metri cubi scavati in questa prima fase per 267.730 metri quadrati di superficie che viene destinata alle cave. Questo significa che ettari di terreno non solo fertile ma da
sempre destinato all’agricoltura - terreno dunque non soltanto vergine e fertile, ma agricolo e produttivo - viene destinato a scavi ad una profondità di – 15 metri, scavi che andranno a
distruggere per sempre quel terreno. Si tratta di una speculazione di territorio che porta l’ unico, esclusivo, vantaggio di carattere meramente economico e d’impresa ai cavatori, ai soggetto
attuatori, mentre alla collettività ma anche allo stesso Comune questo tipo di attività genera danno senza alcun tipo né di beneficio né quantomeno di ristoro compensativo, né per quanto riguarda
eventuali opere compensative per il danno ambientale per la collettività impattata da questo tipo di attività (non sono previste opere compensative), ma neppure per quello che riguarda gli oneri
derivanti dalla attività estrattiva. Gli oneri previsti per l’attività estrattiva servono infatti, una parte, per realizzare le opere funzionali all’attività estrattiva (la viabilità attorno
all’area estrattiva serve fondamentalmente per la circolazione dei camion, mentre la rotonda di Via Martiri Artioli doveva già essere realizzata fin dal lontano 2004 come opera compensativa degli
scavi pregressi), e un’altra parte, seppure entra nelle casse del comune, è comunque funzionalmente destinata ad attività e controlli comunque sempre legati allo svolgimento dell’attività
estrattiva. Quindi la pianificazione estrattiva che viene portata avanti dall’amministrazione PD di Castelfranco Emilia è una attività che genera un indotto tutto funzionale alla stessa. La
collettività e il territorio ne ricevono un danno che non trova alcun tipo di ristoro, è una attività di speculazione del territorio ad esclusivo vantaggio economico e imprenditoriale del
cavatore, senza alcuna forma di mitigazione degli impatti negativi sulla collettività e sul territorio impattato, né alcuna forma di giustizia compensativa né alcuna opera che vada realmente
nella direzione di recupero dei valori ambientali e territoriali (che comunque le cave, per loro natura, compromettono in modo irrimediabile e irrecuperabile perché il terreno fertile,
formatosi nel corso di migliaia di anni attraverso le stratificazioni geologiche, è perso per sempre).
La scelta politica della maggioranza PD di questa amministrazione è quella di distruggere (potete dire, se preferite, utilizzare...tanto il risultato non cambia) territorio fertile e agricolo per
fare cave. Noi ad una scelta politica di questo tipo – sacrificare terreno vergine e agricolo per fare delle cave – siamo assolutamente contrari!Per noi il bene comune (della collettività e del
territorio) è altro, non può essere la distruzione di terreno fertile e agricolo!!Noi alla votazione di atti di questo tipo non partecipiamo, neppure per votare contro, e usciamo dalla sala
consiliare!
Silvia Santunione Capogruppo Lista Civica FRAZIONI e CASTELFRANCO
Il Comitato Piumazzese No alle CAVE, portatore di 4000 firme di cittadini a sostegno di una petizione contro il piano estrattivo,ha deciso di non essere presente al Consiglio Comunale del
31 luglio 2013, per manifestare il suo totale disappunto e in segno di protesta !
l’Amministrazione Comunale ha portato alla discussione e alla sua approvazione l'accordo per la prima fase di scavo , che come al solito e’ avvenuto coi soli voti della maggioranza PD. Si
tratta dell'accordo che in sostanza disciplinerà l’attività estrattiva e gli scavi per i primi cinque anni e per un quantitativo di un milione e 700 mila metri
cubi di ghiaia.
Abbiamo ritenuto e deciso di non essere presenti nella Sede Istituzionale, nei confronti della quale comunque portiamo rispetto, e di non assistere all’ennesimo sconsiderato atto voluto
dalla maggioranza PD che andrà nella direzione di distruggere per sempre decine di ettari di quel terreno fertile ricompreso all’interno dell’area estrattiva.
Il Comitato No alle CAVE, costituitosi nel Luglio 2008 per la difesa e la salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio , non è mai stato mai nemmeno per una volta ricevuto
da questa Amministrazione, che non ha mai trovato neppure una occasione di interlocuzioneo di confronto con un Comitato che ancora ad oggi, fino a prova contraria, è
portatore di oltre 4000 firme contro il piano estrattivo.
Anzi! I cittadini che hanno partecipato al Consiglio Comunale dello scorso Novembre in cui si è parlato di attività estrattiva e di cave, all’atto della discussione e della approvazione (sempre
con i soli voti della maggioranza) dell’Atto di Indirizzo, non solo non hanno ricevuto alcun tipo di considerazione da parte della maggioranza del Consiglio Comunale ma sono perdipiù
stati etichettati e screditati come elementi facinorosi!!!
A riprova di quanto sopra, abbiamo notizie che per questo Consiglio Comunale,l’amministrazione avesse pure convocato le forze dell’ordine nel tentativo di difendersi (da chi e
da che cosa poi...), distraendo così forze ed energie utili davvero alla sicurezza della città….Il Comitato ripudia e rigetta ogni forma di violenza, anche quella perpetrata al territorio con le
cave!
Il Comitato, seppure sempre nel rispetto delle istituzioni, ritiene di non voler essere presente all’ennesimo atto di distruzione del Territorio, che il PD, con questa maggioranza, ma anche
con quella precedente, continua a portare avanti senza se e senza ma. QuestoPiano Estrattivo di distruzione irrimediabile di ettari di terreno fertile e agricolo è un piano che vuole
il PD e allora che se lo porti avanti e che se ne assuma tutta la responsabilità.
Qualche amministratore ha più volte dichiarato che le cave sono un’opportunità. Spiegateci per chi ( anche se qualche idea ce la abbiamo) e per cosa! Per noi il bene comune e’
altro!
Rovatti Andrea - Pres.te Comitato Piumazzese No alle Cave
Comunicato STAMPA:” REPLICA ALLE PRECISAZIONI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Dopo aver letto le dichiarazioni sulla stampa da parte dell’Amministrazione Comunale,il Comitato ritiene necessarie ad onor del vero fare alcune precisazioni e rettifiche per i cittadini.
L’Amministrazione parla di un milione di mc scavabili con l’Accordo approvato ma in realta’ bisogna ricordare ai cittadini che sia negli atti di Pianificazione Comunale che in quelli
Provinciali’i quantitativi estraibili sono rimasti esattamente i 4 milioni e mezzo di mc approvati nel 2009 e vogliamo ricordare anche che la linea rossa,cioe’ la linea di confine dell’area
destinata o coinvolta dalle attivita’ estrattive del PAE, e ‘ ancora quella originaria del PAE 2008,che ancora conta ben 5 milioni e 400 MILA di potenziali mc di ghiaia estraibili al suo
interno.
Sulle modalita’ di scavo per “piccoli lotti contigui”di cui parla l’Ammnistrazione Comunale,siamo curiosi di sapere come faranno ad assicurare questa logica , dal momento che i primi scavi sono
previsti nei punti piu’ distanti dalle attuali vecchie cave e separate da strade comunali(via Ghiarata e via Arboreo).
Circa poi le dichiarazioni sui recuperi e sul fatto che nelle aree scavate “non si vieta”il ritombamento a piano di campagna e neanche si “vieta che possano diventare i proprieta’
pubblica” AD OGGI L’ACCORDO APPROVATO NON LO PREVEDE,MA ANZI INDIVIDUA UN RECUPERO A FONDO CAVA DI TIPO NATURALISTICO E BOSCHIVO(cioe’ LE SOLITE STERPAGLIE!!!!)
Visto che l’Amministrazione non esclude la possibilità di un ritombamento a piano di campagna, né di una acquisizione delle aree scavate a proprieta’ pubblica,NOI PRENDIAMO QUESTO COME UN
SOSTANZIALE IMPEGNO DELL’AMMINISTRAZIONE E CI ASPETTIAMO CHE OPERI IN TAL SENSO.
Quanto alle opere compensative,ricordiamo ancora una volta all’Amministrazione Comunale che ,come per altro scritto nell’Accordo approvato in consiglio il 31-7-2013, la rotonda di via
Salvetto-Martiri Artioli era prevista fin dal 2004 con un progetto esecutivo gia’ approvato con determina degli uffici competenti, che individuava la rotonda tra le opere di mitigazione
della viabilita’in zona cave.QUINDI NON E’ VERO CIO’ CHE AFFERMA L’AMMINISTRAZIONE QUANDO DICHIARA CHE LA ROTONDA E’ UN’OPERA NON COLLEGATA AI VECCHI SCAVI.
Ma oltre a tutto questo,rimane senza risposta il problema che per noi e’ primario:CHI E COSA COMPENSERA’ AL TERRITORIO E ALLA SUA COLLETTIVITA’ LA PERDITA IRRIMEDIABILE DI OLTRE UN
CENTINAIO DI ETTARI(tra vecchie e nuove cave) DI SUOLO FERTILE E AGRICOLO,LA SUA CAPACITA’ PRODUTTIVA E LE SUE POTENZIALITA’ DI REDDITO E DI OCCUPAZIONE.
Quanto,infine,alla lettera di scuse di cui parla l’Amministrazione Comunale di Castelfranco Emilia ,il Comitato non ne era a conoscenza.A parte la sgradevolezza di comunicarlo a mezzo
stampa,se e’ vero che una persona ha presentato le proprie scuse al Consiglio,non puo’ che fargli onore e questo dovrebbe essere sufficiente a considerare chiusa la vicenda.
Il Presidente,Rovatti Andrea
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